Questa frase di J.P. Eckermann rende bene l’idea che ho del mio lavoro.
Un lavoro in cui servono conoscenze e sensibilità infinite che si sviluppano mentre lo fai e che ti insegnano a conoscere gli oggetti, la storia, l’arte, la cultura, le persone.
A volte, perfino la loro anima.
Un lavoro che ti trasforma, e che è in grado di insegnarti - attraverso ostacoli, trappole e piccole scoperte - quell’ umiltà e quella fiducia in te stesso necessarie per crescere professionalmente. E umanamente.
Adesso che mi avvicino ai 30 anni di attività, mi sembra di aver attraversato un sacco di avventure dove l'unica cosa importante è stata distinguere il vero dal falso.
A caro prezzo ho imparato che il vero e il falso, prima che negli oggetti, bisogna distinguerlo nelle persone e dentro di noi.
Nel mio lavoro evito preconcetti e schemi troppo rigidi, l’esperienza mi ha regalato la giusta dose di coraggio e indipenza di giudizio. A volte le mie intuizioni mi hanno tradito molte altre, mi hanno fatto incontrare persone e opere meravigliose.